02 Aprile 2025

L'Arroganza dei vecchi Dem

Uno ruba i profumi, un altro tira i capelli, un altro vuole togliere il cognome, mi sa che i dem invecchiano male. Spero di non esagerare, ma a Romano Prodi che ha combinato la cavolata di tirare i capelli della giovane giornalista Lavinia Orefice, gli è finita come ai tanti democristiani dopo Tangentopoli.

I DC di allora sono stati messi sulla graticola per aver comprato magari un “gelato” o una “merenda” a scrocco, ma non perché per decenni mentre governavano l'Italia contribuivano a secolarizzarla e a scristianizzarla. Certamente il gesto di Prodi che ha compiuto in estrema libertà è da condannare come hanno fatto giustamente tutti i giornalisti di area centrodestra.

I fatti nudi e crudi dicono che: l’ex presidente del Consiglio dei ministri in Italia, nonché ex presidente della Commissione Europea, e anche padre nobile del centro-sinistra e tante altre cose in precedenza, ha prima svillaneggiato una giornalista, facendo anche affermazioni gravi per un politico di provenienza cattolica; poi, accusato di averle tirato i capelli, mente spudoratamente parlando di mano sulla spalla (che peraltro già sarebbe stato discutibile) contando anche sul fatto che non ci sono immagini chiare (qualcuno ha scritto che c'è voluto il “var” per scoprirlo) infine, quando spuntano le immagini che lo smentiscono clamorosamente scrive un comunicato in cui si dispiace per l’errore fatto (il gesto contro la giornalista o la menzogna?) ma si guarda bene dal chiedere scusa, rivendicando invece a proprio favore la sua storia.

E certamente non basta dire che si tratta di un gesto da nonno, anche perché la giornalista non è sua nipote e tuttavia, per quanto mi riguarda, non avrei troppo enfatizzato questo gesto. Piuttosto mi sarei soffermato sulla cultura politica che sta dietro a Romano Prodi che cerca di difendere l'indifendibile, cioè il Manifesto di Ventotene, ed è grave per uno che si dichiara cattolico. E' grave anche per i vari Franceschini, la Bindi, tanto per fare qualche nome, quel gruppone di cosiddetti cattolici democratici, incistati dentro il Pd, che per certi versi, per noi cattolici, è peggiore del vecchio Pci, perche propugna una rivoluzione antropologica devastante, (vedi distruzione della famiglia naturale, divorzio facile, aborto libero, omosessualità per tutti, gender nelle scuole).

Ne hanno parlato tutti i giornali, anche se all'inizio si è cercato di minimizzare o di negare il gesto imbarazzante da bullo nei confronti della giornalista. Infatti, certi giornalisti guardiani e servi dell’informazione di parte, di fronte all’innegabile ha saputo reagire solo in maniera faziosa. Sull'arroganza dell'ex presidente del consiglio c'è stato Daniele Capezzone che ha ben sintetizzato la faccenda, un altro interessante intervento dove si coglie il problema è quello di Riccardo Cascioli, sulla Nuovabussola, che ha evidenziato un atteggiamento sprezzante di Prodi nei confronti della giornalista.

Questo “è proprio figlio della sua storia caratterizzata da una presunzione e da una arroganza pari al potere che negli anni è riuscito ad accentrare nelle sue mani. È stato sprezzante con Lavinia Orefici perché è sempre stato sprezzante e rancoroso nei confronti di chi contestava le sue affermazioni”. (Arrogante, paternalista, bugiardo: questo è il vero Prodi, 28.3.25, lanuovabq.it).

Poi Cascioli nota dal comportamento di Prodi un atteggiamento paternalistico che peraltro l’ha sempre contraddistinto anche in politica, come quando in un famoso dibattito televisivo elettorale con Silvio Berlusconi nel 2006 parlò di «organizzare un po’ di felicità» per gli italiani. O come quando prometteva meraviglie con l’adesione all’euro. Anche allora mentiva davanti alle telecamere.

Ed è così arrogante che non contempla neanche di chiedere scusa alla giornalista. “Un personaggio così non merita neanche una polemica politica, bisognerebbe soltanto lasciarlo nell’oblìo”. Qualcuno sostiene che Prodi è stato addirittura vittima, perché è stato provocato . “Ma chiedere a un leader politico ragione di certe sue posizioni è più che legittimo, - scrive Cascioli - visto che soli due giorni prima aveva duramente criticato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che il 19 marzo in Parlamento aveva osato dire che il Manifesto di Ventotene non rappresenta la sua idea di Europa”.

E qui Cascioli affonda sull'inconciliabilità del suo essere cattolico con l'idea di Europa di Ventotene, che è sostanzialmente agli antipodi di quella che avevano coloro che sono considerati i padri dell’Europa, i cattolici De Gasperi, Adenauer e Schumann. Piuttosto bisognerebbe chiedere a Prodi come sia possibile conciliare il suo ritenersi erede dei tre leader europei con l’esaltazione del Manifesto di Ventotene e la entusiastica partecipazione alle sue celebrazioni”. Anche sul suo senso della storia, ci sarebbe molto da dire.

A proposito di certi termini che vanno contestualizzate, come “l'abolizione della proprietà privata”, ma allora perché non contestualizziamo anche le Crociate?. In conclusione credo che le domande di Giorgia Meloni, le reazioni scomposte dei parlamentari Pd e di Prodi sono una opportunità che dovrebbe essere colta per riflettere seriamente su un periodo importante della nostra storia e sui personaggi a cui è stato affidata la guida dell’Italia e dell’Europa.
Notizie

Realizzazione siti web www.sitoper.it
invia a un amico
icona per chiudere
Attenzione!
Non puoi effettuare più di 10 invii al giorno.
Informativa privacy
Testo dell'informativa da compilare...
torna indietro leggi Informativa privacy
 obbligatorio
generic image refresh

cookie