![](https://www.corrierejonico.it/foto/grandi/bonvegna---mattarella.png)
Mattarella un mandato troppo lungo e fallimentare
06-02-2025 15:34 - Il PUNTO DI....Domenico Bonvegna.
Mattarella come Garibaldi guai a parlare male? La settimana scorso i media, hanno festeggiato i dieci anni del presidente Mattarella, penso che quasi tutti si sono allineati in un festoso panegirico, per trovare qualcuno fuori dal coro, bisogna leggere Stefano Fontana su Lanuovabussola (Anniversario. Mattarella presidente, dieci anni fallimentari, 3.2.25, lanuovabq.it) E' stato eletto il 31 gennaio 2015 e rieletto
il 29 gennaio 2022. La durata di sette anni stabilita dalla Costituzione è troppo lunga, figuriamoci poi 10 o 14 anni nel caso di un secondo mandato come in questo caso.
“Se il Presidente fa il notaio - scrive Fontana - allora i problemi non ci sono, ma se fa il politico, se nell’esercizio di fatto del suo potere avvicina l’Italia ad una repubblica presidenziale, se gestisce la prerogativa di sciogliere il Parlamento in base a valutazioni politiche e non solo istituzionali, se rimbecca indirettamente i governi sul loro operato, se interviene sulla composizione dei governi stessi con un potere contrattuale, allora un mandato così lungo è un peso per la nazione”.
il 29 gennaio 2022. La durata di sette anni stabilita dalla Costituzione è troppo lunga, figuriamoci poi 10 o 14 anni nel caso di un secondo mandato come in questo caso.
“Se il Presidente fa il notaio - scrive Fontana - allora i problemi non ci sono, ma se fa il politico, se nell’esercizio di fatto del suo potere avvicina l’Italia ad una repubblica presidenziale, se gestisce la prerogativa di sciogliere il Parlamento in base a valutazioni politiche e non solo istituzionali, se rimbecca indirettamente i governi sul loro operato, se interviene sulla composizione dei governi stessi con un potere contrattuale, allora un mandato così lungo è un peso per la nazione”.
Fontana nel suo servizio fa un po' la storia del lungo mandato di Mattarella. Cerco di sintetizzare. Intanto la sua presidenza sembra di godere di un favore quasi generale, ma non è così, o almeno i più cercano di evitare le critiche. Prima di concedere le elezioni ha sempre tenuto duro. Dopo le dimissioni di Matteo Renzi a seguito della bocciatura del referendum costituzionale, non ha sciolto il Parlamento ma ha accettato – e concordato – il governo fotocopia di Paolo Gentiloni nel dicembre 2016, con quasi tutti i ministri precedenti.
Quando nel 2019 il governo giallo-verde di Conte e Salvini entrò in crisi, Mattarella favorì il Conte-bis con l’ingresso nella coalizione di governo del Partito Democratico, che era stato sconfitto alle precedenti elezioni politiche del 4 marzo 2018 e che ora tornava in pista. Quando nel 2021 anche questo secondo governo Conte entrò in crisi, ancora una volta Mattarella non sciolse il Parlamento, ma chiamò Mario Draghi, che ripropose gran parte dei precedenti ministri, tra cui il contestatissimo ministro della Sanità Roberto Speranza. Fontana non disconosce che il principio costituzionale prevede una verifica sull'esistenza di nuove maggioranze, però “la gestione di questo principio costituzionale è avvenuta in modo chiaramente politico, perfino designando un “uomo del Presidente” come Draghi. E gli italiani, alle elezioni del 2022, lo hanno indirettamente denunciato”.
Poi Fontana fa riferimento ai due gravi errori politici di Mattarella: il caso Palamara, che aveva messo in luce un sistematico accordo tra i vertici del Partito Democratico e il Consiglio stesso sulla nomina nelle principali e più calde Procure del nostro Paese. A questo proposito Fontana ricorda che “il partito erede del PCI ha costruito negli anni legami organici soprattutto con tre centri di potere: sindacati, scuola e università, magistratura. Infatti, oggi è proprio da questi nuclei di potere che emergono i principali attacchi al governo Meloni.
Ebbene, non risulta che il Presidente della Repubblica abbia detto e fatto granché per denunciare e contribuire a risolvere quella scandalosa concertazione sulle nomine nelle Procure”. L'altro ambito fallimentare è stato il biennio del Covid, i suoi messaggi sono eloquenti. Ecco una perla: «Rifiutare il vaccino è un'offesa a chi non l'ha avuto».
Oggi sappiamo come sono andate veramente le cose per cui non possiamo dimenticare che: “il Presidente ha tollerato, - scrive Fontana - in quella occasione, violazioni dei diritti costituzionali come hanno poi testimoniato gli esiti di tanti ricorsi, un potere esorbitante assunto dalla Presidenza del Consiglio, decisioni governative di occultazione dei dati e di manipolazione delle informazioni, oltre ad aver condiviso l’uso ideologico della scienza e il mancato rispetto di alcuni elementari principi di legge naturale. Il tragico fenomeno degli “effetti avversi” non ha meritato nemmeno una nota dal Quirinale. Una prestazione decisamente fallimentare, la sua”.
Per quanto riguarda la cattolicità di Sergio Mattarella, Fontana ricorda che il giornale dove lui scrive, cioè la nuova bussola non era contenta della sua elezione “avrebbe preferito un non-cattolico ben sapendo che il nuovo Presidente, per la sua formazione, avrebbe disconosciuto le ragioni stesse dell’impegno pubblico dei cattolici in quanto tali”. Concordo pienamente con questa tesi. Per Mattarella, “Il rispetto delle istituzioni sarebbe stato l’unico vangelo.
E infatti nel 2016 il Presidente Mattarella firma la legge Cirinnà sulle unioni civili comprese quelle di coppie omosessuali. Il suo essere cattolico cedeva il passo al suo essere Presidente”. Pertanto, Il messaggio che egli ha dato ai cattolici in questi dieci anni è sempre stato questo”, del resto, non poteva essere diversamente, vista la sua provenienza politico-culturale, che è quella cattolica democratica, dossettiana.
Allora, dieci anni, destinati a diventare 14, sono troppi. Anche perchè nel frattempo, il mondo è cambiato.
Allora, dieci anni, destinati a diventare 14, sono troppi. Anche perchè nel frattempo, il mondo è cambiato.