.....a pinna di hu ! .......................... il mito gentile della ´Figlia del RE CAVALERI´.
03-05-2014 09:22 - .....Susiti e ...abballa!! Rubrica di Franco Gambino
Questo bellissimo "CUNTU" viene riportato in diverse versioni da tanti autori di favole. Ho voluto proporlo nella versione nostrana dei Cunti dei Sanpantaliari e non in dialetto sperando di fare cosa gradita ai numerosi Cari lettori ........Sintiti , Sintiti :
Un Re aveva due figli..... Un giorno questo Re si ammalò, e il dottore di Corte disse che per guarirlo era necessaria una penna di hu (Pavone).....uccello raro e bellissimo.
Il Re disse ai suoi figli che avrebbe dato il proprio regno a chi dei due gli avesse portato la "pinna di hu " ; i due - fratello e sorella-, partirono per una lunga spedizione. Un giorno il fratello (Peppe) vide la sorella, più piccola di lui, che giocava presso il fiume, quando, un uccello bellissimo volò sopra il fiume, e nel volo lasciò cadere una delle sue penne, che la giovinetta raccolse, meravigliata per la sua bellezza : era una penna di hu !
Un Re aveva due figli..... Un giorno questo Re si ammalò, e il dottore di Corte disse che per guarirlo era necessaria una penna di hu (Pavone).....uccello raro e bellissimo.
Il Re disse ai suoi figli che avrebbe dato il proprio regno a chi dei due gli avesse portato la "pinna di hu " ; i due - fratello e sorella-, partirono per una lunga spedizione. Un giorno il fratello (Peppe) vide la sorella, più piccola di lui, che giocava presso il fiume, quando, un uccello bellissimo volò sopra il fiume, e nel volo lasciò cadere una delle sue penne, che la giovinetta raccolse, meravigliata per la sua bellezza : era una penna di hu !
Il fratello maggiore, Peppe, a quella vista uccise la sorella per entrare così in possesso della "pinna di hu" che gli avrebbe permesso di ricevere in dono il regno ceduto dal padre.
Quando il padre gli chiese dove fosse la sorellina, egli disse : "S´è perduta nel bosco e i lupi se la sono mangiata......". Ma la fanciulla non era morta...., grazie a quella fantasia, che è il carattere primo delle favole, si trasformò in una canna sulle rive del fiume. Dopo qualche tempo, un pastorello che stava pascolando le sue pecore nelle vicinanze, si accorse del grosso cespuglio di canne , ne volle raccogliere una e si disse: "Ne farò un "friscalettu" con cui suonerò per ingannare il tempo"....... . Terminato d´intagliare lo zufolo, si mise a suonarlo; e, con suo stupore, anziché le note che si aspettava, uscì dallo strumento una bellissima melodia con un canto particolare (vedi testo A.Favara)).
Il pastorello, ammaliato da quella melodia, pensò che ne aveva avuto abbastanza di pascolare pecore, e decise di girare per le città suonando quello zufolo, e di vivere così, da musicista.
Un giorno si trovò a suonare sotto il palazzo del Re davanti a una piccola folla che lo stava ad ascoltare. Il Re, incuriosito, si affacciò alla finestra e invitò il pecoraio a salire. " Fatelo suonare un po´ a me, " lo pregò....... e lo zufolo, con grande sorpresa, suonò la stessa melodia ed il canto, la cui intestazione era, però, rivolta al Padre (Vedi testo A.Favara))
Il Re, allora disse alla regina: "Prova a suonarlo tu". E lo zufolo suonò:
La regina sbiancò in volto, e passò lo zufolo al figlio Peppe. Il giovane, tutto tremante di paura, dapprima si rifiutò di suonare, ma poi, costretto dal Re, dovette farlo. E lo zufolo iniziò: il suo canto melodico di verità !
Il re, sconvolto, non volle sentire altro !
Ordinò che il fratello venisse gettato nelle prigioni del castello e lui finì malinconicamente i suoi giorni...e Lui continuo a suonare quello zufolo, intagliato " in un pezzo di canna " di sua Figlia ", illudendosi di " tenere tra le mani " la figlioletta perduta.
NB: Ancora oggi nelle nostre campagne Siciliane con la parola "Hu" s´intende chiamare il Pavone.....
Quando il padre gli chiese dove fosse la sorellina, egli disse : "S´è perduta nel bosco e i lupi se la sono mangiata......". Ma la fanciulla non era morta...., grazie a quella fantasia, che è il carattere primo delle favole, si trasformò in una canna sulle rive del fiume. Dopo qualche tempo, un pastorello che stava pascolando le sue pecore nelle vicinanze, si accorse del grosso cespuglio di canne , ne volle raccogliere una e si disse: "Ne farò un "friscalettu" con cui suonerò per ingannare il tempo"....... . Terminato d´intagliare lo zufolo, si mise a suonarlo; e, con suo stupore, anziché le note che si aspettava, uscì dallo strumento una bellissima melodia con un canto particolare (vedi testo A.Favara)).
Il pastorello, ammaliato da quella melodia, pensò che ne aveva avuto abbastanza di pascolare pecore, e decise di girare per le città suonando quello zufolo, e di vivere così, da musicista.
Un giorno si trovò a suonare sotto il palazzo del Re davanti a una piccola folla che lo stava ad ascoltare. Il Re, incuriosito, si affacciò alla finestra e invitò il pecoraio a salire. " Fatelo suonare un po´ a me, " lo pregò....... e lo zufolo, con grande sorpresa, suonò la stessa melodia ed il canto, la cui intestazione era, però, rivolta al Padre (Vedi testo A.Favara))
Il Re, allora disse alla regina: "Prova a suonarlo tu". E lo zufolo suonò:
La regina sbiancò in volto, e passò lo zufolo al figlio Peppe. Il giovane, tutto tremante di paura, dapprima si rifiutò di suonare, ma poi, costretto dal Re, dovette farlo. E lo zufolo iniziò: il suo canto melodico di verità !
Il re, sconvolto, non volle sentire altro !
Ordinò che il fratello venisse gettato nelle prigioni del castello e lui finì malinconicamente i suoi giorni...e Lui continuo a suonare quello zufolo, intagliato " in un pezzo di canna " di sua Figlia ", illudendosi di " tenere tra le mani " la figlioletta perduta.
NB: Ancora oggi nelle nostre campagne Siciliane con la parola "Hu" s´intende chiamare il Pavone.....
Canto Popolare
Liggenna d´u friscalettu
(Picurareddu)
riferimento Corpus A. Favara- canto n.509 pag.292-
Picurareddu chi mmucca mi teni Jeu sugnu figghia di RE CAVALERI
E pi pigghiari na pinna di cu´ , me´ frati Peppi tradituri fu.
Picurareddu chi mmucca mi teni Jeu fu´ ghiccata nta l´acqui sereni
E pi pigghiari na pinna di cù me frati Peppi tradituri fu.
A tia, Patri, ca mmucca mi teni. Jeu fu ghiccata nta l´acqui sereni
Pi a tia purtari na pinna di cù mè frati Peppi lu tradituri fu.
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Così si rinnova in Sicilia, ad ogni esecuzione di questa ´ LIGGENNA´ (leggenda)
il Mito del Re Cavaleri -dalla musica struggente e malinconica