La Giara di Taormina tempio delle notti odorose di gelsomini: il Comune chiede 14mila euro al mese.
30-09-2015 22:26 - Storie da Raccontare
Taormina - La Giara di Taormina tempio delle notti odorose di gelsomini. Chico Scimone lo prese in affitto per 400mila lire l´anno. Ora il Comune vuole 14mila euro al mese.
Lo sfratto della Giara, lo storico ristorantenight di Taormina dove si sono fatti e disfatti amori celebri e dove sono passati scrittori e attori di grandissima fama, potrebbe far parte di una commedia scritta da un bravo ragioniere. Come fa il Comune, proprietario dell´immobile, a chiedere 14 mila euro al mese, invece degli attuali 5 mila, cioè un canone triplicato, proprio alla fine della stagione estiva? Certo il valore storico è enorme, ma con la sola storia non si fanno molti soldi. Dove andavano vip, celebrità stellari e play boy in vacanza in Sicilia?
E dove andavano la sera, dopo gli spettacoli al teatro antico? Ma alla Giara, a ballare e a mangiare le «bacchette dell´Etna», pezzi di came alla brace infilzati in spuntoni di legno. Negli anni dal 1963 al 1965 il locale aveva avuto come concorrente la casa da gioco del comm. Domenico Guarnaschelli a Villa Mon Repos: e i vip si dividevano tra i balli nel parco degli ulivi e i balli alla Giara con le prime luci psichedeliche. «Le Palmare» gestite da Fritz Metzger non erano durate molto, e non solo perché c´era odore di droga. Poi ci siamo ritrovati Fritz a Roma come direttore dell´hotel Flora di Via Veneto.
Sto parlando della Giara della mia gioventù, quando ancora non c´era nemmeno l´autostrada e ci voleva più di un´ora per quei 35 chilometri pieni di salite. 11 locale ex Scimone era (ed è) centralissimo, a dieci metri dal Mocambo, altro sito storico. In fondo i siti storici di Taormina sono questi, con l´aggiunta del San Domenico, del Timeo, di palazzo Ciampoli, senza contare Palazzo Con/aia che fa parte della storia siciliana e la villa di Isola Bella. Nel novero ci metterei anche il vecchio caro hotel Excelsior che ha sfornato centinaia di chef, di caposala e di camerieri. Dire che in più di mezzo secolo alla Giara ci siano passati tutti quelli che hanno contato qualcosa. Era composto da una grande terrazza-pista da ballo odorosa di gelsomini con vista sulla baia di Naxos, il bancone del bar in fondo, e al l´interno i locali invernali, con pista e spazio per l´orchestra.
C´erano anche locali sotterranei dove si trasferiva la movida di Capodanno. C´è un libro bello e molto dettagliato del collega Luciano Mirone che dedica un intero capitolo alla Giara (e lo ringrazio per quella foto che mostra me e Pippo Fava). «In un´unica tavolata il commendatore Alberti, produttore del liquore Strega, riuniva tutti gli attori; da Vittorio Gassman a Richard Burton, da Ingrid Bergman a Roberto Rossellini, da Monica Vitti a Liz Taylor, da Alberto Sordi a Burt Lancaster. Ava Gardner ballava sempre scalza e Rita Hayworth smaltiva con fiumi di alcol le insicurezze e le delusioni con i suoi tanti mariti.
Una volta Vittorio Gassman si recò alla Giara per 30 giorni di seguito, ordinava una bottiglia di Johnny Walker, aspettava le prime luci dell´alba, si piazzava al centro della pista e improvvisava monologhi bellissimi». L´idea di realizzare la Giara era stata di Chico Scimone, che ne aveva parlato ai suoi fratelli, Egisto e Amelia, e aveva trovato come socio l´amico Nino Ciampoli. L´asta indetta dal Comune, proprietario dell´immobile, fu vinta con il canone d´affitto di 400 mila lire l´anno. Si entrava gratis, ma si pagavano le bevande, un sistema che Chi- co aveva imparato negli Stati Uniti.
Alla serata inaugurale l´incasso fu di tré milioni di lire. Chico era latitante sulle navi da crociera. 1 fratelli Scimene sono stati un´istituzione di Taormina per decenni: Chico grande cantantepianista, Amelia anch´essa bravissima musicista, Egisto con il bernoccolo degli affari divenuto gestore della Giara per tutta una serie di coincidenze. Accadde infatti che Chico, sposato con la bellissima attrice spagnola Aurora De Alba, negli anni 50 venne accusato da inquirenti americani di far parte di una banda internazionale di trafficanti di droga. Quando arrivò la clamorosa notizia rimba
lzata dagli Stati Uniti, andai subito a Taormina per cercare di intervistarlo, ma lui era già in fuga. Il fatto è che, essendo siciliano e grande cantante-pianista, negli Stati Uniti lo volevano tutti alle loro feste, compresi i boss, soprattutto i paisà siculo-americani. Per non finire in carcere Chico era stato costretto a restare per anni sulle navi da crociera dove dirigeva l´orchestra, oltre a suonare e cantare. Suppongo che Tornatore prese spunto da questo per il suo film «II pianista sull´oceano». Soltanto quando venne prosciolto da tutte le accuse, Chico potè tornare a Taormina: e una sera venne a trovarlo alla Giara Lucky Luciano che era stato graziato per i favori resi durante la guerra nel controllo dei porti ed era estradato dagli Stati Uniti a Napoli.
Era una vecchia conoscenza di Chico. Gli ultimi anni di Chico sono stati sereni: suonava tutte le sere al San Domenico, dove cenava. A San Silvestro guidava i ragazzi a fare il bagno, grandi passeggiate nella sua campagna e verdure cotte. Era un artista e un atleta. Spesso partecipava volentieri alle trasmissioni di Teletna, la prima emittente privata italiana del cavaliere Pippo Recca. La sorella Amelia e il fratello Egisto sono vissuti ancora qualche anno dopo di lui. L´ultima volta avevo visto Egisto seduto al Mocambo in una serata d´inverno stretto nel suo ampio impermeabile. Ormai la gestione della Giara era stata ceduta ad una società che aveva fatto un nuovo contratto con l´amministrazione comunale. Ora è diventato un locale moderno e alla moda, con chef raffinati e aria condizionata. Bellissimo, ma non c´è più la terrazza dei gelsomini con vista sulla baia illuminata.
Non è più la Giara di quando ero ragazzo e avevo ancora tempo libero per innamorarmi di qualcosa. Un sito storico. Da 60 anni è stato il punto di riferimento della dolce vita siciliana. Adesso è stata revocata la concessione e rischia lo sfratto se non accetta il nuovo canone Aspetti della dolce vita di Taormina, quando c´era anche la «notte delle stelle» per la consegna dei David di Donatello.
Lo sfratto della Giara, lo storico ristorantenight di Taormina dove si sono fatti e disfatti amori celebri e dove sono passati scrittori e attori di grandissima fama, potrebbe far parte di una commedia scritta da un bravo ragioniere. Come fa il Comune, proprietario dell´immobile, a chiedere 14 mila euro al mese, invece degli attuali 5 mila, cioè un canone triplicato, proprio alla fine della stagione estiva? Certo il valore storico è enorme, ma con la sola storia non si fanno molti soldi. Dove andavano vip, celebrità stellari e play boy in vacanza in Sicilia?
E dove andavano la sera, dopo gli spettacoli al teatro antico? Ma alla Giara, a ballare e a mangiare le «bacchette dell´Etna», pezzi di came alla brace infilzati in spuntoni di legno. Negli anni dal 1963 al 1965 il locale aveva avuto come concorrente la casa da gioco del comm. Domenico Guarnaschelli a Villa Mon Repos: e i vip si dividevano tra i balli nel parco degli ulivi e i balli alla Giara con le prime luci psichedeliche. «Le Palmare» gestite da Fritz Metzger non erano durate molto, e non solo perché c´era odore di droga. Poi ci siamo ritrovati Fritz a Roma come direttore dell´hotel Flora di Via Veneto.
Sto parlando della Giara della mia gioventù, quando ancora non c´era nemmeno l´autostrada e ci voleva più di un´ora per quei 35 chilometri pieni di salite. 11 locale ex Scimone era (ed è) centralissimo, a dieci metri dal Mocambo, altro sito storico. In fondo i siti storici di Taormina sono questi, con l´aggiunta del San Domenico, del Timeo, di palazzo Ciampoli, senza contare Palazzo Con/aia che fa parte della storia siciliana e la villa di Isola Bella. Nel novero ci metterei anche il vecchio caro hotel Excelsior che ha sfornato centinaia di chef, di caposala e di camerieri. Dire che in più di mezzo secolo alla Giara ci siano passati tutti quelli che hanno contato qualcosa. Era composto da una grande terrazza-pista da ballo odorosa di gelsomini con vista sulla baia di Naxos, il bancone del bar in fondo, e al l´interno i locali invernali, con pista e spazio per l´orchestra.
C´erano anche locali sotterranei dove si trasferiva la movida di Capodanno. C´è un libro bello e molto dettagliato del collega Luciano Mirone che dedica un intero capitolo alla Giara (e lo ringrazio per quella foto che mostra me e Pippo Fava). «In un´unica tavolata il commendatore Alberti, produttore del liquore Strega, riuniva tutti gli attori; da Vittorio Gassman a Richard Burton, da Ingrid Bergman a Roberto Rossellini, da Monica Vitti a Liz Taylor, da Alberto Sordi a Burt Lancaster. Ava Gardner ballava sempre scalza e Rita Hayworth smaltiva con fiumi di alcol le insicurezze e le delusioni con i suoi tanti mariti.
Una volta Vittorio Gassman si recò alla Giara per 30 giorni di seguito, ordinava una bottiglia di Johnny Walker, aspettava le prime luci dell´alba, si piazzava al centro della pista e improvvisava monologhi bellissimi». L´idea di realizzare la Giara era stata di Chico Scimone, che ne aveva parlato ai suoi fratelli, Egisto e Amelia, e aveva trovato come socio l´amico Nino Ciampoli. L´asta indetta dal Comune, proprietario dell´immobile, fu vinta con il canone d´affitto di 400 mila lire l´anno. Si entrava gratis, ma si pagavano le bevande, un sistema che Chi- co aveva imparato negli Stati Uniti.
Alla serata inaugurale l´incasso fu di tré milioni di lire. Chico era latitante sulle navi da crociera. 1 fratelli Scimene sono stati un´istituzione di Taormina per decenni: Chico grande cantantepianista, Amelia anch´essa bravissima musicista, Egisto con il bernoccolo degli affari divenuto gestore della Giara per tutta una serie di coincidenze. Accadde infatti che Chico, sposato con la bellissima attrice spagnola Aurora De Alba, negli anni 50 venne accusato da inquirenti americani di far parte di una banda internazionale di trafficanti di droga. Quando arrivò la clamorosa notizia rimba
lzata dagli Stati Uniti, andai subito a Taormina per cercare di intervistarlo, ma lui era già in fuga. Il fatto è che, essendo siciliano e grande cantante-pianista, negli Stati Uniti lo volevano tutti alle loro feste, compresi i boss, soprattutto i paisà siculo-americani. Per non finire in carcere Chico era stato costretto a restare per anni sulle navi da crociera dove dirigeva l´orchestra, oltre a suonare e cantare. Suppongo che Tornatore prese spunto da questo per il suo film «II pianista sull´oceano». Soltanto quando venne prosciolto da tutte le accuse, Chico potè tornare a Taormina: e una sera venne a trovarlo alla Giara Lucky Luciano che era stato graziato per i favori resi durante la guerra nel controllo dei porti ed era estradato dagli Stati Uniti a Napoli.
Era una vecchia conoscenza di Chico. Gli ultimi anni di Chico sono stati sereni: suonava tutte le sere al San Domenico, dove cenava. A San Silvestro guidava i ragazzi a fare il bagno, grandi passeggiate nella sua campagna e verdure cotte. Era un artista e un atleta. Spesso partecipava volentieri alle trasmissioni di Teletna, la prima emittente privata italiana del cavaliere Pippo Recca. La sorella Amelia e il fratello Egisto sono vissuti ancora qualche anno dopo di lui. L´ultima volta avevo visto Egisto seduto al Mocambo in una serata d´inverno stretto nel suo ampio impermeabile. Ormai la gestione della Giara era stata ceduta ad una società che aveva fatto un nuovo contratto con l´amministrazione comunale. Ora è diventato un locale moderno e alla moda, con chef raffinati e aria condizionata. Bellissimo, ma non c´è più la terrazza dei gelsomini con vista sulla baia illuminata.
Non è più la Giara di quando ero ragazzo e avevo ancora tempo libero per innamorarmi di qualcosa. Un sito storico. Da 60 anni è stato il punto di riferimento della dolce vita siciliana. Adesso è stata revocata la concessione e rischia lo sfratto se non accetta il nuovo canone Aspetti della dolce vita di Taormina, quando c´era anche la «notte delle stelle» per la consegna dei David di Donatello.
Articolo di Tony Zermo - La Sicilia