I sindaci si smarcano da Genovese: polemica per l'accordo con Forza Italia
10-12-2015 18:15 - News Sicilia
II patto con Forza Italia, almeno in questa fase, non ha innescato l'effetto-domino. Diversi sindaci della provincia messinese non cambieranno casacca e resteranno fedeli al Pd. E anche a Patti, "feudo" della deputata Mariella Güllo, imposta alla Camera proprio da Francantonio Genovese, non ci saranno smottamenti politici. La giovane parlamentare, invece, ha già fatto i bagagli per approdare in Forza Italia.
Intanto l'ex sindaco di Messina incassa i veleni che provengono dal suo nuovo partito: «Mi dispiace ma vado avanti. Parlerò anche con Berlusconi». « Gianfranco Miccichè, regista dell'operazione, risponde alle bordate degli avversari: «Ma perché nel Pd nessuno si scandalizza di Castigione e Verdini?». Intanto a Messina il commissario del partito Emesto Carbone prova a serrare le fila e a rilanciare l'attività del partito. Che, complice la "mediazione" del deputato regionale Laccoto, riconquista un terzo consigliere comunale, lannello, che si aggiunge nel nuovo gruppo a Cardile e Russo. «Ho fatto una scelta e vado avanti. Mi dispiace per queste reazioni da parte di alcuni ambienti di Forza Italia. Sono persone che stimo, ma la scelta è compiuta e proseguo con decisione in questa direzione». Rompe il silenzio il deputato messinese Francantonio Genovese, che ha voltato definitivamente le spalle al Pd di cui peraltro è stato segretario regionale - per abbracciare Forza Italia. Nel maggio 2014 la Camera ha detto sì alla richiesta d'arresto del parlamentare avanzata dalla procura di Messina nell'ambito dell'indagine sui corsi d'oro nella formazione professionale. Poi il carcere e gli arresti domiciliari, fino a quando quest'ultima misura cautelare, dopo circa diciannove mesi, a fine novembre, è stata revocata.
I giudici, però, hanno disposto l'obbligo di dimora. Un addio al Pd certamente motivato anche da quel voto e dal recente commissariamento del partito messinese deciso dalla segreteria nazionale. Ma anche rispetto a tali questioni Genovese afferma di volere guardare avanti: «Non comprendo queste resistenze - aggiunge - io il passo l'ho fatto. Ho parlato con Miccichè e ci siamo compresi condividendo un progetto e affermando l'intesa su un percorso comune. Questo per me è sufficiente. E parlerò certamente anche con Berlusconi». Genovese tesse la sua tela. A seguirlo un fedelissimo di sempre, il deputato regionale Franco Rinaldi, ma anche Marinella Gullo. Intanto il regista dell'operazione, Gianfranco Miccichè, deve fare i conti con le reazioni interne. Adesso, spiega il suo staff, il commissario regionale di Forza Italia è impegnato in un fitto confronto. Soprattutto deve vedersela con il "fuoco amico" di chi non ha digerito la sua mossa (gli ex colonnelli di An Gasparri e Matteoli in prima linea, con in Sicilia il deputato Basilio Catanoso). Il caso è già sul tavolo nazionale.
Qui, tra molti critici, ha anche diversi sostenitori come il senatore siciliano Giovanni Mauro, di Forza Italia. «Attaccano Gianfranco Miccichè - sostiene - perché ne temono l'azione politica, temono che Forza Italia tolga voti e potere a chi sostiene il fallimentare governo Crocetta. Accusano Genovese, Rinaldi e i tanti altri politici e amministratori che hanno aderito a Forza Italia, ma non vedono la trave nell'occhio: un capogruppo all'Ars, quello del Pd, che ha cambiato sette gruppi in tré anni e una maggioranza rattoppata da improbabili quanto interessate alleanze. Genovese e gli altri non stanno di certo facendo una corsa alla poltrona e alla spartizione di prebende, visto che dalla maggioranza sono passati all'opposizione». Forza Italia, assicura, «è sempre stato un partito garantista e si occuperà della vicenda giudiziaria di Genovese quando questa sarà definita dai tré gradi del processo».
Miccichè, da parte sua, gongola: «Quando mi muovo è difficile che lo faccia in silenzio. Vedrete come rimetto in piedi Forza Italia in Sicilia! Berlusconi ha fiducia in me ed è soddisfatto. La cosa che mi piace di più - spiega Miccichè - è che il gruppo Genovese è composto da giovani che non conoscevo e che ho avuto modo di apprezzare». Genovese viene con noi per vendicarsi del Pd? «Non c'è dubbio. Se Castiglione e Verdini si avvicinano al Pd nessuno si scandalizza. È la doppia morale».
Intanto l'ex sindaco di Messina incassa i veleni che provengono dal suo nuovo partito: «Mi dispiace ma vado avanti. Parlerò anche con Berlusconi». « Gianfranco Miccichè, regista dell'operazione, risponde alle bordate degli avversari: «Ma perché nel Pd nessuno si scandalizza di Castigione e Verdini?». Intanto a Messina il commissario del partito Emesto Carbone prova a serrare le fila e a rilanciare l'attività del partito. Che, complice la "mediazione" del deputato regionale Laccoto, riconquista un terzo consigliere comunale, lannello, che si aggiunge nel nuovo gruppo a Cardile e Russo. «Ho fatto una scelta e vado avanti. Mi dispiace per queste reazioni da parte di alcuni ambienti di Forza Italia. Sono persone che stimo, ma la scelta è compiuta e proseguo con decisione in questa direzione». Rompe il silenzio il deputato messinese Francantonio Genovese, che ha voltato definitivamente le spalle al Pd di cui peraltro è stato segretario regionale - per abbracciare Forza Italia. Nel maggio 2014 la Camera ha detto sì alla richiesta d'arresto del parlamentare avanzata dalla procura di Messina nell'ambito dell'indagine sui corsi d'oro nella formazione professionale. Poi il carcere e gli arresti domiciliari, fino a quando quest'ultima misura cautelare, dopo circa diciannove mesi, a fine novembre, è stata revocata.
I giudici, però, hanno disposto l'obbligo di dimora. Un addio al Pd certamente motivato anche da quel voto e dal recente commissariamento del partito messinese deciso dalla segreteria nazionale. Ma anche rispetto a tali questioni Genovese afferma di volere guardare avanti: «Non comprendo queste resistenze - aggiunge - io il passo l'ho fatto. Ho parlato con Miccichè e ci siamo compresi condividendo un progetto e affermando l'intesa su un percorso comune. Questo per me è sufficiente. E parlerò certamente anche con Berlusconi». Genovese tesse la sua tela. A seguirlo un fedelissimo di sempre, il deputato regionale Franco Rinaldi, ma anche Marinella Gullo. Intanto il regista dell'operazione, Gianfranco Miccichè, deve fare i conti con le reazioni interne. Adesso, spiega il suo staff, il commissario regionale di Forza Italia è impegnato in un fitto confronto. Soprattutto deve vedersela con il "fuoco amico" di chi non ha digerito la sua mossa (gli ex colonnelli di An Gasparri e Matteoli in prima linea, con in Sicilia il deputato Basilio Catanoso). Il caso è già sul tavolo nazionale.
Qui, tra molti critici, ha anche diversi sostenitori come il senatore siciliano Giovanni Mauro, di Forza Italia. «Attaccano Gianfranco Miccichè - sostiene - perché ne temono l'azione politica, temono che Forza Italia tolga voti e potere a chi sostiene il fallimentare governo Crocetta. Accusano Genovese, Rinaldi e i tanti altri politici e amministratori che hanno aderito a Forza Italia, ma non vedono la trave nell'occhio: un capogruppo all'Ars, quello del Pd, che ha cambiato sette gruppi in tré anni e una maggioranza rattoppata da improbabili quanto interessate alleanze. Genovese e gli altri non stanno di certo facendo una corsa alla poltrona e alla spartizione di prebende, visto che dalla maggioranza sono passati all'opposizione». Forza Italia, assicura, «è sempre stato un partito garantista e si occuperà della vicenda giudiziaria di Genovese quando questa sarà definita dai tré gradi del processo».
Miccichè, da parte sua, gongola: «Quando mi muovo è difficile che lo faccia in silenzio. Vedrete come rimetto in piedi Forza Italia in Sicilia! Berlusconi ha fiducia in me ed è soddisfatto. La cosa che mi piace di più - spiega Miccichè - è che il gruppo Genovese è composto da giovani che non conoscevo e che ho avuto modo di apprezzare». Genovese viene con noi per vendicarsi del Pd? «Non c'è dubbio. Se Castiglione e Verdini si avvicinano al Pd nessuno si scandalizza. È la doppia morale».
Fonte: Gazzetta del Sud