Beatrice Altadonna
S. Teresa di Riva: Beatrice Altadonna organizza e presenta "Civiche, la crescita dell´Italia è donna"
03-09-2016 21:29 - S. TERESA DI RIVA
Il prossimo 19 settembre, presso i locali della sala consiliare del Municipio di S. Teresa di Riva, a partire dalle ore 18.00, si svolgerà l´incontro "Civiche, la crescita dell´Italia è donna" promosso da Beatrice Altadonna del nuovo movimento "Cittadini per Santa Teresa" e dalla stessa presentata ai nostri canali.
Relazionerà la Dott.sa Daniela Ferrante, psicologa del Lavoro in gestione delle Risorse Umane, oggi anche responsabile del Centro Fly di Catania.
Interverrano il Sindaco di S. Teresa di Riva, l´avv. Cateno De Luca e l´Assessore alle Pari Opportunità, dott.sa Annalisa Miano.
Si deve parlare ancora oggi di "leadership al femminile", valorizzare la donna in politica?
Sembra proprio di sì!
Pur avendo introdotto in Italia le note "quote rosa", le donne in politica o, comunque, attive nella cittadinanza sono poche.
Perché? Soprattutto perché servono corsi di formazione alla leadership al femminile?
Potrebbero sembrare, a molti, domande ovvie oppure scontate, ma non lo sono, poiché in tutti i Paesi democratici tali domande si pongono e si cerca di dar soluzione, comprendendo le ragioni di una bassa presenza ´rosa´ nelle politiche cittadine, regionali, statali, federali, nazionali.
E´ una tendenza che interroga non solo l´Italia ma anche gli U.S.A ad esempio.
Ciò ha determinato una ricerca d´indagine svolta da Jennifer Lawless della Loyola Marymount University e da Richard Fox della American University (Men Rule: The Continued Under-Representation of Women in U.S. Politics).
Si cerca di spiegare perché le donne siano sottorappresentate in politica, solo il 16,9%, negli U.S.A.
I due autori Lawless e Fox spiegano il fenomeno con il nome "gap di ambizione" e sarebbe, secondo loro, la causa primaria della scarsa partecipazione alla cittadinanza attiva delle donne alla "res publica".
Ma perché le donne si sottostimano, comportando così l´autoesclusione a qualsiasi tipo di canditatura politica?
Secondo i risultati di tale studio di ricerca, "le donne tendono a essere meno ambiziose, non amano la competizione e sono meno propense al rischio delle controparti maschili".
Ciò porta all´autoesclusione della vita politica in generale.
Da dove nasce questo fenomeno ed è solo americano?
La risposta è negativa, non si manifesta solo negli U.S.A e trova origine nell´educazione e negli stereotipi spesso presentati.
Inoltre, si aggiunga che il sistema politico è percepito dalle donne che sono state sottoposte allo studio, come un sistema che non offra realmente pari opportunità di successo alle donne.
Questa percezione rafforza ovviamente il "gap di ambizione" eppure le donne che decidono di candidarsi hanno eguali possibilità di ´farcela´ degli uomini in corsa alle politiche.
Un altro pensiero ricorrente è, a questo punto, la cosiddetta "gogna mediatica" considerata dalle donne "peggiore di quella riservata agli uomini" e un sacrificio personale più marcato rispetto ai competitor maschili.
Torniamo a casa nostra, attraversiamo l´oceano che separa i due mondi e apprendiamo dalle ricerche di Openpolis apparse anche su un quotidiano a tiratura nazionale.
"In mano agli uomini l´80% degli incarichi istituzionali. E sono i più importanti.Dal Quirinale ai Comuni, in Italia è ´rosa´ il 19,7% dei ruoli elettivi o di nomina. Su 106 sindaci, solo 3 non sono maschi. L´attuale esecutivo riequilibra le percentuali, ma i numeri crollano quando si analizzano le key position: negli ultimi 45 anni, da Nilde Iotti alla Mogherini, i ruoli chiave sono stati 23. Rappresentanza femminile in parlamento, in un raffronto mondiale l´Italia è 36esima, Rwanda al primo posto. In Europa i primi ministri donna sono quattro, in Svezia gli uomini al governo sono in minoranza."
Da cosa dipende tutto ciò?
Openpolis suggerisce la risposta data dal ritardo dell´Italia al tema della rappresentanza di genere nelle proprie istituzioni.
E´ storia infatti che le donne nel Bel Paese hanno ottenuto il diritto al voto solo nel 1946, post guerra mondiale, dopo aver contribuito enormemente alla liberazione del nazi-fascismo.
Dalla Costituzione dell´Italia in Repubblica, 1948, i passi avanti sono stati molteplici ma lenti.
La legislatura attuale è quella con la maggior presenza femminile in parlamento (30%) e il governo di Matteo Renzi ´vanta´ il maggior numero di donne ministro (50%).
Al contempo, però, la disparità fra uomini e donne in politica si accentua quando gli incarichi sono più prestigiosi.
A livello regionale la dinamica è la medesima!
A livello europeo, al primo posto per presenza di donne nei governi c´è la Svezia.
A seguire si piazzano Finlandia e Francia e poi, al quarto posto, c´è l´Italia.
Slovacchia, Lituania e Grecia chiudono la classifica UE.
Nei governi dell´Unione le key position sono 10: lo scettro va alla Danimarca che oltre ad avere un primo ministro donna, oggi ha pure un ministero dell´Economia a guida ´rosa´.
Interessante il raffronto con gli altri Paesi sulla presenza di donne in parlamento: in una comparazione mondiale, l´Italia si piazza al 36esimo posto con il 30,53% di rappresentanza femminile.
Prima di noi, si posizionano - tra gli altri - Rwanda (che è primo in assoluto), Andorra, Cuba, Svezia, Seychelles, Senegal, Nicaragua e Spagna.
Sotto, invece, si trovano la Francia, il Canada, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Si evince che la strada per la valorizzazione della donna in politica sia ancora lunga seppur difficile, proprio perché bisogna recuperare gap generazionale e d´ambizione lottando contro quei stereotipi che vogliono ancora relegare la donna a mansioni più miti.
Il convegno santateresino promosso da Scelta Civica e Cittadini per Santa Teresa si orienta in tal senso, formare sempre una coscienza politica nelle donne che vogliono intraprendere carriera politica o comprenderne i meccanismi per migliorare la propria cittadinanza attiva.
Fonte: Rosa Anna Salsa
Relazionerà la Dott.sa Daniela Ferrante, psicologa del Lavoro in gestione delle Risorse Umane, oggi anche responsabile del Centro Fly di Catania.
Interverrano il Sindaco di S. Teresa di Riva, l´avv. Cateno De Luca e l´Assessore alle Pari Opportunità, dott.sa Annalisa Miano.
Si deve parlare ancora oggi di "leadership al femminile", valorizzare la donna in politica?
Sembra proprio di sì!
Pur avendo introdotto in Italia le note "quote rosa", le donne in politica o, comunque, attive nella cittadinanza sono poche.
Perché? Soprattutto perché servono corsi di formazione alla leadership al femminile?
Potrebbero sembrare, a molti, domande ovvie oppure scontate, ma non lo sono, poiché in tutti i Paesi democratici tali domande si pongono e si cerca di dar soluzione, comprendendo le ragioni di una bassa presenza ´rosa´ nelle politiche cittadine, regionali, statali, federali, nazionali.
E´ una tendenza che interroga non solo l´Italia ma anche gli U.S.A ad esempio.
Ciò ha determinato una ricerca d´indagine svolta da Jennifer Lawless della Loyola Marymount University e da Richard Fox della American University (Men Rule: The Continued Under-Representation of Women in U.S. Politics).
Si cerca di spiegare perché le donne siano sottorappresentate in politica, solo il 16,9%, negli U.S.A.
I due autori Lawless e Fox spiegano il fenomeno con il nome "gap di ambizione" e sarebbe, secondo loro, la causa primaria della scarsa partecipazione alla cittadinanza attiva delle donne alla "res publica".
Ma perché le donne si sottostimano, comportando così l´autoesclusione a qualsiasi tipo di canditatura politica?
Secondo i risultati di tale studio di ricerca, "le donne tendono a essere meno ambiziose, non amano la competizione e sono meno propense al rischio delle controparti maschili".
Ciò porta all´autoesclusione della vita politica in generale.
Da dove nasce questo fenomeno ed è solo americano?
La risposta è negativa, non si manifesta solo negli U.S.A e trova origine nell´educazione e negli stereotipi spesso presentati.
Inoltre, si aggiunga che il sistema politico è percepito dalle donne che sono state sottoposte allo studio, come un sistema che non offra realmente pari opportunità di successo alle donne.
Questa percezione rafforza ovviamente il "gap di ambizione" eppure le donne che decidono di candidarsi hanno eguali possibilità di ´farcela´ degli uomini in corsa alle politiche.
Un altro pensiero ricorrente è, a questo punto, la cosiddetta "gogna mediatica" considerata dalle donne "peggiore di quella riservata agli uomini" e un sacrificio personale più marcato rispetto ai competitor maschili.
Torniamo a casa nostra, attraversiamo l´oceano che separa i due mondi e apprendiamo dalle ricerche di Openpolis apparse anche su un quotidiano a tiratura nazionale.
"In mano agli uomini l´80% degli incarichi istituzionali. E sono i più importanti.Dal Quirinale ai Comuni, in Italia è ´rosa´ il 19,7% dei ruoli elettivi o di nomina. Su 106 sindaci, solo 3 non sono maschi. L´attuale esecutivo riequilibra le percentuali, ma i numeri crollano quando si analizzano le key position: negli ultimi 45 anni, da Nilde Iotti alla Mogherini, i ruoli chiave sono stati 23. Rappresentanza femminile in parlamento, in un raffronto mondiale l´Italia è 36esima, Rwanda al primo posto. In Europa i primi ministri donna sono quattro, in Svezia gli uomini al governo sono in minoranza."
Da cosa dipende tutto ciò?
Openpolis suggerisce la risposta data dal ritardo dell´Italia al tema della rappresentanza di genere nelle proprie istituzioni.
E´ storia infatti che le donne nel Bel Paese hanno ottenuto il diritto al voto solo nel 1946, post guerra mondiale, dopo aver contribuito enormemente alla liberazione del nazi-fascismo.
Dalla Costituzione dell´Italia in Repubblica, 1948, i passi avanti sono stati molteplici ma lenti.
La legislatura attuale è quella con la maggior presenza femminile in parlamento (30%) e il governo di Matteo Renzi ´vanta´ il maggior numero di donne ministro (50%).
Al contempo, però, la disparità fra uomini e donne in politica si accentua quando gli incarichi sono più prestigiosi.
A livello regionale la dinamica è la medesima!
A livello europeo, al primo posto per presenza di donne nei governi c´è la Svezia.
A seguire si piazzano Finlandia e Francia e poi, al quarto posto, c´è l´Italia.
Slovacchia, Lituania e Grecia chiudono la classifica UE.
Nei governi dell´Unione le key position sono 10: lo scettro va alla Danimarca che oltre ad avere un primo ministro donna, oggi ha pure un ministero dell´Economia a guida ´rosa´.
Interessante il raffronto con gli altri Paesi sulla presenza di donne in parlamento: in una comparazione mondiale, l´Italia si piazza al 36esimo posto con il 30,53% di rappresentanza femminile.
Prima di noi, si posizionano - tra gli altri - Rwanda (che è primo in assoluto), Andorra, Cuba, Svezia, Seychelles, Senegal, Nicaragua e Spagna.
Sotto, invece, si trovano la Francia, il Canada, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Si evince che la strada per la valorizzazione della donna in politica sia ancora lunga seppur difficile, proprio perché bisogna recuperare gap generazionale e d´ambizione lottando contro quei stereotipi che vogliono ancora relegare la donna a mansioni più miti.
Il convegno santateresino promosso da Scelta Civica e Cittadini per Santa Teresa si orienta in tal senso, formare sempre una coscienza politica nelle donne che vogliono intraprendere carriera politica o comprenderne i meccanismi per migliorare la propria cittadinanza attiva.
Fonte: Rosa Anna Salsa
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S. Teresa di Riva: Beatrice Altadonna presenta "Civiche", convegno sulla leadership al femminile
Beatrice Altadonna, del nuovo movimento "Cittadini per Santa Teresa".organizza e presenta l´ incontro sulla "leadership al femminile: come valorizzarla in politica, CIVICHE".