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Riforma Madia - In Sicilia in bilico 250 segretari comunali.
10-05-2016 13:37 - News Sicilia
Mobilità per i dirigenti degli enti locali che potranno essere trasferiti da un Comune all´altro, mentre in Sicilia sono in bilico 250 segreta ri comunali.
Sono alcuni degli effetti della riforma Madia discussi a Palermo nel corso di un convegno organizzato dall´Asael, l´associazione degli amministratori locali guidata da Matteo Cocchiara.
Con la riforma Madia, ogni Comune potrà scegliere i propri dirigenti che non saranno più dipendenti del singolo ente locale ma in generale della Pubblica amministrazione.
Incerto invece è il futuro dei segretari comunali. La riforma Madia prevede la soppressione ma la Sicilia non ha mai legiferato in merito e in commissione all´Ars sono stati già depositati due disegni di legge. Oggi su 390 Comuni sono circa 250 i segretari comunali in servizio per un costo di circa 3 milioni di euro.
«Ma in caso di soppressione dice Matteo Cocchiara, alla guida del´Asael - molti sindaci per cautelarsi farebbero ricorso a consulenze esterne, senza contare il rischio di un aumento dei contenziosi».
E il presidente del Consiglio comunale di Palermo, Salvatore Orlando, invita a «trovare gli strumenti più idonei».
Sono alcuni degli effetti della riforma Madia discussi a Palermo nel corso di un convegno organizzato dall´Asael, l´associazione degli amministratori locali guidata da Matteo Cocchiara.
Con la riforma Madia, ogni Comune potrà scegliere i propri dirigenti che non saranno più dipendenti del singolo ente locale ma in generale della Pubblica amministrazione.
Incerto invece è il futuro dei segretari comunali. La riforma Madia prevede la soppressione ma la Sicilia non ha mai legiferato in merito e in commissione all´Ars sono stati già depositati due disegni di legge. Oggi su 390 Comuni sono circa 250 i segretari comunali in servizio per un costo di circa 3 milioni di euro.
«Ma in caso di soppressione dice Matteo Cocchiara, alla guida del´Asael - molti sindaci per cautelarsi farebbero ricorso a consulenze esterne, senza contare il rischio di un aumento dei contenziosi».
E il presidente del Consiglio comunale di Palermo, Salvatore Orlando, invita a «trovare gli strumenti più idonei».