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Taormina: Esposizione di pregevoli testi antichi in Biblioteca Comunale dal 15 dicembre. Saranno visitabili gli Incunaboli e le Cinquentine del XV e XVI sec.

04-12-2018 16:44 - Cultura
Esposizione bibliografica edizioni del XV e XVI sec. dal 15 dicembre 2018 al 15 settembre 2019, dalle ore 09.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00, presso la Biblioteca Comunale sala "Giovanni Di Giovanni" in Piazza IX Aprile.

La Biblioteca di Taormina, che sorge sull’antico sito dove era ubicato lo storico convento dei Cappuccini risalente alla fine del Quattrocento, è lieta di poter finalmente esporre i pregevoli tesori librari in essa custoditi e che, opportunamente restaurati, catalogati e collocati negli eleganti armadi lignei, sono ora resi fruibili ad un sempre più vasto pubblico di visitatori, siano essi studiosi o semplici appassionati del libro antico.

La mostra si snoda attraverso un percorso espositivo il cui obiettivo è quello di offrire un quadro, il più possibile esaustivo, sull’evoluzione del libro antico, dai preziosi incunaboli quattrocenteschi alle sempre più elaborate e raffinate edizioni del Cinquecento.

Derivato dal termine latino “incunabulum”, letteralmente “in culla”, l’incunabolo rappresenta realmente la nascita dell’arte tipografica moderna dopo la stagione gloriosa del manoscritto.

Sono detti incunaboli i libri realizzati tra il 1452 circa, anno a cui si fa risalire convenzionalmente l’invenzione della stampa da parte del Gutenberg, ed il 1500.

La mostra espone 6 dei 13 pregevoli incunaboli posseduti da questa Biblioteca. Particolarmente significativi i testi nei quali possiamo osservare alcune loro specifiche peculiarità: la scrittura gotica, il frontespizio con il testo a forma conica; lo spazio per i capilettera che, inizialmente lasciato in bianco, veniva poi riempito dall’iniziale xilografica artisticamente decorata spesso colorata con tonalità cromatiche vivide e smaglianti; il “colophon”, posto nell’ultima pagina, che rivestiva l’importante funzione di riportare le note tipografiche contenenti l’autore dell’opera e la data ed il luogo di pubblicazione.

Il percorso prosegue poi con l’esposizione di 36 splendide Cinquecentine sulle circa 250 custodite presso la Biblioteca. Si definisce Cinquecentina un testo a stampa pubblicato tra il 1501 ed il 1600.

La mostra si propone di delineare l’evoluzione della tecnica compositiva delle edizioni del XVI sec., dai primi esemplari che presentano elementi simili alle edizioni del Quattrocento, e per questo motivo definiti post-incunaboli, ai volumi con frontespizi riccamente decorati degli ultimi anni del secolo.

L’edizione del 1509 "Habes in hoc volumine"di Cecilio Lattanzio presenta, infatti, il frontespizio a forma conica ed il testo in carattere gotico, tipico della stampa del Quattrocento. Il colophon, spesso arricchito da sontuose raffigurazioni, è ancora presente nelle opere stampate fino al 1525 circa, come si può ammirare nell’opera "Summa predicantium" del 1522.

Nel corso del secolo si assisterà ad una sempre più marcata evoluzione del frontespizio che si arricchirà di eleganti e raffinate composizioni di natura decorativa e architettonica e di elementi floreali ed ornamentali, tipici della pittura rinascimentale: è questo il caso del frontespizio dell’opera "La vigna del Signore" del 1599.

In esso l’aspetto scenografico di sapore pre-barocco si unisce all’ispirazione religiosa che caratterizzerà buona parte della produzione libraria italiana dopo la Controriforma, simboleggiata dalla presenza dei quattro evangelisti.

Altro elemento di valore artistico che caratterizzerà l’evoluzione della Cinquecentina è costituito dalla presenza nel frontespizio della marca tipografica. Questa immagine iconica, spesso contornata da un motto scelto dall’editore che ne completava il significato morale, costituiva il segno distintivo dell’editore/tipografo e poteva avere carattere allegorico-mitologico o essere rappresentato da figure animali.

Esempio di marca tipografica mitologica è quella del volume "Lettere familiari" edito a Venezia nel 1592 dallo stampatore senese Giovanni Battista Ciotti che raffigura la dea Minerva con lancia e scudo, simbolo di combattività e di sapienza.

La simbologia animale è invece splendidamente raffigurata dalla salamandra tra le fiamme, anch’essa accompagnata da motto, che possiamo ammirare nel frontespizio del "Primus tomus concionum de tempore" del 1578, emblema dell’immortalità e della resistenza dell’uomo contro le intemperie della vita.

Non possiamo non concludere questa breve presentazione della mostra senza segnalare la presenza di alcune pregevoli edizioni straniere. Ne sono fulgidi esempi l’opera "Expositio in exodum" edita a Parigi nel 1534 dal famoso stampatore Jean Petit e le "Disputationes" del famoso cardinale Roberto Bellarmino stampata ad Ingolstadt nel 1596.



Fonte: Redazione
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