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«Spazio al Sud» ha presentato «Noi Italiani e voi Siciliani!» di Giuseppe Firrincieli.

20-04-2015 10:12 - SPETTACOLI
Sabato 18 aprile, nell'accogliente e raffinata cornice della sala "Le Naumachie" dell'Hotel Isabella, a Taormina, la giornalista Milena Privitera, nell'ambito del Caffè Letterario di «Spazio al Sud», il cartellone culturale dell'associazione "Arte & Cultura a Taormina", presieduta da MariaTeresa Papale, sponsorizzata dell'Associazione Albergatori di Taormina, con il patrocinio del Comune di Taormina, Taormina Arte, Associazione Imprenditori Per Taormina, la partnership di "Gais Hotels Group"e dell'associazione "Piazza Dalì", ha presentato al numeroso pubblico presente l'autore Giuseppe Firrincieli e il suo libro «Noi Italiani e voi Siciliani!». Merito al giornalista e docente Firrincieli, in servizio alle Relazioni Esterne del Centro Documentale dell'Esercito, per il suo notevole ed interessante contributo alla storia contemporanea della Sicilia e le vicissitudini che hanno segnato, tragicamente, questa isola nell'intento di soffocare lo spirito del "nnipinnintisimu sicilianu".

Riportare alla luce, dopo circa 70 anni di chiusura in un cassetto, l'ultimo stendardo del M.I.S. (Movimento Indipendentista Siciliano), bandiera sotto la quale numerosi personaggi idealisti e valorosi combattenti di una Sicilia che oggi non c'è più e intrattenere la platea con i filmati, curati dallo stesso autore Firrincieli e Marcello Sgrò, che ripresentano la storia insulare, dal 1943 al 1948, ovvero dallo sbarco anglo-americano sull'isola, la nascita del M.I.S che tentò l'insurrezione separatista con la formazione dell'EVIS (Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia), con a capo il Comandante Antonio Canepa, per arrivare alla costituzione della Regione Siciliana Autonoma a Statuto speciale, Costituzione che anelava al sentimento indipendentista che ha avuto a Taormina la presenza di numerosi congressi, negli anni 1944, 1947 e 1950.

I filmati si rifanno soprattutto agli intrecci pericolosi e vantaggiosi, quindi strettissimi e segreti, di personalità (anche internazionali), interessati a tessere le file e i comandi del potere non solo politico ma, soprattutto, affaristico ed economico, determinato dalle infinite ricchezze naturali della Sicilia. Uomini, decisionisti e operatori, che hanno cospirato e manipolato le realtà ai danni della collettività negando, fino ad oggi, la 'verità storica', pur di mantenere intatto e libero il campo d'azione per i propri guadagni, politici e finanziari, che hanno umiliato e depauperato l'isola, spogliandola spesso della propria dignità pur di arricchirsi.

Ferite che ancora oggi si infliggono, non sono mancati, infatti, accenni del giornalista Firrincieli all'ultimo caso, il MOUS sorto a Niscemi che costituisce un grande colpo per la terra siciliana e i siciliani, non solo morale. La passione del docente per la storia indipendentista siciliana, dà vita, quindi, ad una storia, carica di suspense e di colpi di scena, in cui "poteri forti" ed alta finanza (italiana, vaticana e internazionale) segnano il destino socioeconomico e culturale della Sicilia negli ultimi decenni.

I protagonisti della storia, dove non mancano pagine scritte in dialetto, sono Ludovico Lauretta, tranquillo professore di lettere in pensione originario di Scoglitti, che si trova coinvolto in una spirale di avvenimenti - in cui si intrecciano potere, servizi segreti, denaro e politica; 'Nzino Bertani, amico d'infanzia di Lauretta, emigrato all'estero, oggi capo di una delle maggiori aziende a livello mondiale nel settore turistico-vacanziero e delle case da gioco, e il figlio, Roby Bertani.

Nel racconto scritto da Giuseppe Firrincieli diventano protagonisti anche i ricordi del vecchio don Gaudenzio, attivista dell'EVIS (Esercito Volontario Indipendentisti Siciliani) fautore di "una Sicilia Nazione capace di autogovernarsi, libera dai condizionamenti al suo sviluppo". L'ideologia del 'nnipinnintisimu sicilianu' si basava sul principio secondo cui la Sicilia è una nazione che possiede una propria storia, una propria cultura e una propria lingua e sull'affermazione del fatto che la Sicilia non raggiungerà il suo massimo sviluppo culturale, sociale ed economico.

Da allora il rigurgito all'Autonomia Siciliana non è mai venuta meno, fino ad oggi, come i movimenti politici regionali hanno fatto storia odierna, (vedasi il gruppo politico guidato dall'ex Governatore Raffaele Lombardo). Va riconosciuta, ancora una volta, l'azione lodevole dell'autore Firrincieli, che attraverso le pagine del suo libro rivela una Sicilia, attraversata da complotti, sangue, orgoglio e volontà popolare nel riconoscersi sotto la propria bandiera, combattendo per essa e infiammando decenni di spirito mosso alla libertà, spesso soffocata ed ingannata, rivelando vicende poco conosciute e riequilibrando una verità storica rimossa dai testi ufficiali e dimenticata, dando luce e valore ai morti per la libertà della propria terra da Canepa a Finocchiaro Aprile, da Attilio Castrogiovanni a Gallo, da Varvaro ad Aldisio.

"La Sicilia è ambita, ancora oggi - ha dichiarato Giuseppe Firrincieli rispondendo alla domanda della giornalista Privitera - da potenze straniere. E' un Punto di riferimento politico, strategico e finanziario."
"L'Autonomia non è servita a nulla - ha aggiunto l'autore - i politici hanno sperperato miliardi nei governi regionali che si son succeduti in questi decenni, facendo franare l'intera Sicilia in campo politico e socioeconomico."
Il giornalista Firrincieli ha ricordato anche il tipico DNA del siciliano menzionando detti popolari che ben rivelano le caratteristiche, qualità e difetti, dell'isola e dei suoi abitanti: "la Sicilia ha quattro facce come il caciocavallo", "il siciliano è abituato a farsi calare le decisioni dall'alto anche se ha lo spirito indomito alla rivolta e alle riforme per riveder riconosciuto il proprio alto valore attraverso l'autodetermina nazione, che è stata anche a mano armata".

Lo scrittore Giuseppe Firrincieli, a fine presentazione di «Noi Italiani e voi Siciliani!», ha affermato che "il siciliano trova speranza all'estero e si trova per tale ragione essere nomade, spesso per facilitare intrecci, ancora oggi pericolosi e vantaggiosi, per determinare e mantenere legami, poteri tutelando gli interessi della finanza internazionale che nell'Isola sono, ancora oggi, forti."


















Fonte: Rosa Anna Salsa
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