Giardini Naxos - I retroscena del Castello di Schisò: Vittorio Sgarbi evitato un danno erariale.
01-01-2018 22:16 - GIARDINI NAXOS
Giardini Naxos - Doveva essere il primo atto di politica culturale del Governo Musumeci: la partecipazione all´asta del Castello di Schisò a Giardini Naxos, per acquisire al patrimonio regionale un edificio di pregio monumentale, destinandolo al Parco archeologico di Naxos per ospitare museo, depositi e uffici.
Poi però, ad un tratto, il neo assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi ha modificato il suo atto d´indirizzo, passando dalla dichiarazione della prima ora sull´intenzione di acquisto all´asta alla firma per la sola prelazione, che la Regione ha il diritto di esercitare essendo l´edificio vincolato. Un diritto che si era incomprensibilmente scelto di relegare a opzione di riserva, qualora non si fosse riusciti a entrare in possesso del bene all´asta.
Ma cosa intendeva ottenere, infatti, la Regione partecipando a quest´ultima? Provocare come minimo un danno erariale, pagando a una cifra frutto di un gioco al rialzo l´edificio nella cui proprietà, invece, sarebbe potuta entrare in possesso esercitando il diritto di prelazione a una cifra (1.600.000 euro) ribassata del 25% rispetto a quella a base d´asta, così come poi avvenuto e raccontato due giorni fa sulle colonne della Gazzetta del Sud?
Interrogativi, questi, che avevamo posto a Sgarbi il 10 dicembre scorso al Castello Ursino di Catania, dov´è in corso una mostra di cui è curatore. Va riconosciuto al neoassessore di aver colto immediatamente l´inopportunità dell´operazione e di averci rilasciato proprio in quell´occasione la dichiarazione con cui rivedeva la prima disposizione: «Non autorizzerò il rappresentante del Parco a partecipare all´asta, firmerò solo per la prelazione», ci aveva dichiarato.
Ma i retroscena di questa vicenda non sono finiti, perché a suggerire l´operazione originaria a Sgarbi era stato l´ex assessore ai Beni culturali Fabio Granata, che a sua volta non aveva fatto altro che prendere di peso un atto d´indirizzo dell´ultimo assessore al ramo del Governo Crocetta, Aurora Notarianni. «Ho segnalato a Sgarbi - scriveva Granata su "Facebook" - la straordinaria opportunità di determinare l´acquisizione al Patrimonio della Regione e del Parco archeologico del prestigioso Castello di Schisò, conosciuto come Palazzo Paladino, per meno di due milioni e mezzo di euro e attraverso i fondi del Parco accumulati grazie alla sua autonomia».
A Granata, convinto di essere nel giusto («si inizia bene», «nessuno in buona fede può non condividere», commentava sempre sul social), non era evidentemente passato per la testa di chiedersi cosa sarebbe andato a fare all´asta del 20 dicembre il rappresentante dell´amministrazione pubblica, se non a prendere parte a un gioco di rilanci che, invece, non si è innescato proprio perché c´è stato un solo partecipante che si è aggiudicato il castello. Insomma, se non ci si fosse messa una toppa in corsa per la circostanza casuale di cui si è detto, tutto fuorché un buon inizio per il già sofferente patrimonio siciliano.
*Storica dell´arte e giornalista del mensile "Il Giornale dell´Arte"
Fonte: di "Silvia Mazza"