Il Sindaco di S. Teresa di Riva
Cateno De Luca annuncia la voglia di candidarsi a Sindaco di Messina con all´orizzonte la guida della Città Metropolitana.
25-08-2016 14:44 - S. TERESA DI RIVA
S. Teresa di RivaDalla provincia ionica arrivano le novità politiche per capoluogo e l´ex Provincia, oggi Città Metropolitana. Il sindaco di Santa Teresa Riva Cateno De Luca ha annunciato martedì scorso sera nel confronto in piazza Bianca con i cittadini per il lavoro svolto al quarto anno di mandato amministrativo che ha tutta la voglia di candidarsi a sindaco del capoluogo che in caso di vittoria - secondo la legge - vorrà dire andare ad assumere la guida della futura Città Metropolitana.
Le elezioni amministrative in città sono previste nel 2018. De Luca, che la prossima primavera lascerà il Comune di Santa Teresa e non intende più ricandidarsi passando il testimone al vicesindaco Danilo Lo Giudice punta su Messina, aggiungerebbe la sua alla candidatura ufficiale del presidente dell´Assemblea regionale Giovanni Ardizzone e a quella più che probabile dell´attuale sindaco Renato Accorinti che, non si sa con quali gruppi a sostegno, tenterebbe una riconferma per altri cinque anni.
Ma c´è una condizione che potrebbe "azzoppare" De Luca e fermare l´aspirazione dell´exdeputato regionale: il processo penale sui fatti di Fiumedinisi che in caso di condanna, la decisione è prevista il 7 dicembre, costringerebbe l´attuale primo cittadino di Santa Teresa Riva ad abbandonare la politica.
«Non mi dispiacerebbe fare il sindaco di Messina - ha affermato De Luca ai santateresini venuti ad ascoltarlo - guidare la Città Metropolitana vale quanto essere ministro, se sarò condannato il 7 dicembre lascerò la politica, in caso contrario già conoscete la mia risposta».
Nei mesi scorsi era stato Ardizzone a smuovere le acque politiche annunciando nel corso di un incontro dell´Udc la sua volontà di tornare a Messina da sindaco dopo le esperienze da parlamentare regionale e per due anni da vicesindaco di Messina con la giunta Buzzanca dal 2008 al 2010. Contro la candidatura Ardizzone si è già schierato il gruppo Grande Sud dell´ex Pd Francantonio Genovese.
Accorinti, al quale mancano ancora due anni di mandato dopo la vittoria al ballottaggio del 2013 contro Felice Calabrò del partito democratico, non ha sciolto ufficialmente le riserve e ribadito più volte che non saranno i partiti ma i messinesi a rivolerlo o meno alla guida amministrativa della terza città della Sicilia per numero di abitanti che è anche una delle poche in Italia con il titolo di Metropolitana.
Le elezioni amministrative in città sono previste nel 2018. De Luca, che la prossima primavera lascerà il Comune di Santa Teresa e non intende più ricandidarsi passando il testimone al vicesindaco Danilo Lo Giudice punta su Messina, aggiungerebbe la sua alla candidatura ufficiale del presidente dell´Assemblea regionale Giovanni Ardizzone e a quella più che probabile dell´attuale sindaco Renato Accorinti che, non si sa con quali gruppi a sostegno, tenterebbe una riconferma per altri cinque anni.
Ma c´è una condizione che potrebbe "azzoppare" De Luca e fermare l´aspirazione dell´exdeputato regionale: il processo penale sui fatti di Fiumedinisi che in caso di condanna, la decisione è prevista il 7 dicembre, costringerebbe l´attuale primo cittadino di Santa Teresa Riva ad abbandonare la politica.
«Non mi dispiacerebbe fare il sindaco di Messina - ha affermato De Luca ai santateresini venuti ad ascoltarlo - guidare la Città Metropolitana vale quanto essere ministro, se sarò condannato il 7 dicembre lascerò la politica, in caso contrario già conoscete la mia risposta».
Nei mesi scorsi era stato Ardizzone a smuovere le acque politiche annunciando nel corso di un incontro dell´Udc la sua volontà di tornare a Messina da sindaco dopo le esperienze da parlamentare regionale e per due anni da vicesindaco di Messina con la giunta Buzzanca dal 2008 al 2010. Contro la candidatura Ardizzone si è già schierato il gruppo Grande Sud dell´ex Pd Francantonio Genovese.
Accorinti, al quale mancano ancora due anni di mandato dopo la vittoria al ballottaggio del 2013 contro Felice Calabrò del partito democratico, non ha sciolto ufficialmente le riserve e ribadito più volte che non saranno i partiti ma i messinesi a rivolerlo o meno alla guida amministrativa della terza città della Sicilia per numero di abitanti che è anche una delle poche in Italia con il titolo di Metropolitana.
Fonte: Giornale di Sicilia